FINESTRE di MEMORIA: un ricordo di Frère TEODORO

Dritto con la schiena, giovanotto! Quando ero adolescente indulgevo spesso in posizioni poco ortodosse quando, chino sui libri, cercavo di assimilare concetti e nozioni con insaziabile volontà, alla fioca luce di lampade casalinghe che spandevano bagliori quasi funerei ma alle quali la mia povera mamma era quasi devota, amando quell’atmosfera soffusa che riteneva languidamente elegante e che nessuno di noi aveva il coraggio di porre in discussione.

In quel periodo passai dal Ginnasio al Liceo Classico e ricordo una grande preoccupazione all’idea di dover affrontare materie come il Greco che, in particolare, mi pareva assolutamente inestricabile e misterioso. Arrivò finalmente il grande giorno e fece il suo ingresso in aula Frère Teodoro che, preceduto da una fama di estremo rigore e severità, iniziò facendo un giro, oggi si direbbe “di tavolo”, per conoscere un po’ noi studentelli che, da allora, saremmo stati identificati con il numero progressivo riportato nel registro di classe.

Passarono quei pochi anni tra le alterne vicende tipiche del rendimento scolastico, e tra segnali sfumati che mi fecero capire di avere di fronte non solo un insegnante ma soprattutto un maestro di lealtà, signorilità ed eleganza. Era un Tedesco e, come è caratteristico del suo popolo, non si concedeva troppe libertà e teneva in grande considerazione il rispetto umano e il ruolo gerarchico ricoperto dai membri della società.

Arrivò il giorno della maturità e uscito dall’esame di Greco andai al bar del Collegio. Egli mi aspettava per avere notizie, guardai i suoi occhi azzurri senza timore, era la prima volta, cercai di tenere la schiena più dritta che potessi, gli strinsi la mano, ci salutammo e mi augurò di avere fortuna nella vita chiamandomi per la prima e unica volta con il mio nome.

Grazie Frère!

Pier Francesco Catasta

8 pensieri su “FINESTRE di MEMORIA: un ricordo di Frère TEODORO

  1. LA TRIADE 1952/1957:
    – FRERE LEONE (SCIABOLETTA).
    – FRERE MARTINO (BAZOOKA).
    – FRERE TEODORO (TEDDY).

    1. Bazooka Fratel Martino! Non ricordo la data ma ci fu una proiezione di un film di guerra in teatro organizzata dai maturandi. Ad un certo punto una frase del film “Ah, se avessi un bazooka” . C’era fratel Martino seduto in prima fila. Una risata generale! Terremoto in teatro!

  2. Condivido pienamente il disegno fatto di Frere Teodoro, anche io ho un bellissimo ricordo: una persona onesta e generosa, capace anche di accompagnarci in birreria in un momento di svago e di condivisione

  3. Straordinario Frere Teodoro, al secolo Afdolf Winkelmann! Era rigoroso, ma anche insospettabilmente timido e persino molto cordiale, una volta che si apriva con il suo interlocutore. Sacra Vestale del ruolo di insegnante, non concedeva sgarri, in generale,ma era talvolta capace anche di slanci di bonomia e generosità. Pretendeva grande impegno e sopratutto ordine nello studio (ricordo i quaderni delle versioni casalinghe, che pretendeva fossero ordinati al pari dei libri, con numerazioni di pagine e di indicazioni del tema che si stava affrontando). Tanti altri ricordi, come le finestre aperte al suo arrivo per far cambiare aria ogni volta che accedeva in classe, indipendentemente se si fosse in primavera o nel pieno di febbraio, la terrificante chiamata per l’interrogazione: “Togliete un po’ tutto e vengano i numeri……..”.,momento che ci faceva gelare il sangue in classe………Solp molti anni dopo ho avuto modo di apprezzare sempre più una simile metodologia di lavoro. Continua ad essermi utile ancor oggi. Ci fossero ancora insegnanti così oggi……..

  4. si, c’è tutto un mondo da risfogliare! Aggiungerei anche l’occasione di averne potuto suggerire la memoria, accanto ai tanti Frères con meriti sportivi, nel bel libro di Remo L. Guidi “L’uomo che dette una Stella a Roma e al Basket” (Frère Mario Grottanelli, ovviamente inteso).

  5. sono anch’io un ex alunno del San Giuseppe De Merode ( medie e liceo classico) ed ho avuto la fortuna di conoscere Frere Teodoro che mi ha insegnato non solo il greco, ma a crescere come individuo e ad apprezzare le cose belle della vita, senza alcun preconcetto. Nella mia classe ero il n°17, ma questo numero è sempre stato per me una fortuna! Conservo un vivo e caro ricordo del prof. Afdolf Winkelmann e a lui devo una grande riconoscenza.

  6. Un uomo leale ed irreprensibile, un maestro di ordine, di compostezza, di senso della misura e soprattutto di tensione morale. Dopo la maturità (1982), continuai ad andare a trovarlo per diverso tempo, scoprendo ogni volta di più la sua squisita gentilezza d’animo e un’autentica – e mai banale – capacità di prestare attenzione al suo prossimo. Indimenticabile.

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